ricevo e pubblico volentieri sul mio blog l’intervento di Michele Maggio, già dirigente del Ministero dell’Economia delle Finanze nonchè giudice tributario a Roma
E’ vero! Tutta colpa del virus. Di questo fantasma, di questo mostro invisibile che imperversa in ogni dove creando panico, sconcerto, morti fisiche e aziendali, contro il quale non esistono ancora armi offensive ma solo potenziali armi di difesa, come le misure cautelative o i vaccini, che, quando funzionano, mettono a tacere solo momentaneamente la sua virulenza aggressiva senza distruggerlo, pronta a riemergere periodicamente, sotto mutate spoglie, come la storia ci dimostra.
Di virus, in dettaglio ne sono stati descritti dai ricercatori oltre 5.000 specie, ma si ritiene che il numero possa essere di gran lunga superiore, quando non illimitato.
E allora, se condividiamo che nulla si sviluppa dal nulla, la domanda sorge spontanea. Questo fantomatico invasore dell’incolumità sociale è davvero imbattibile definitivamente, come la scienza medica dimostra sino ad oggi, o si è in presenza di una ricerca inadeguata alla radicale eliminazione delle cause che ne consentono la nascita e la sua diffusione epidemica?
Gli effetti che conseguono ad ogni epidemia, come si è sopra accennato per il c.d. “covid 19”, non sono di poco conto, in relazione al quale, però, non bisogna trascurare anche quelli occulti, e ancora più devastanti che il distanziamento sociale, prima esterno, e poi esteso anche all’interno della famiglia, può provocare in tutti gli aggregati sociali, impedendo il mantenimento fisico dei rapporti umani, che sopravvivono a stento grazie ai social.
Così, l’altra domanda che sorge spontanea è: dove può condurci questo virus se non si riesce a debellarlo al più presto?
La risposta più immediata ci conduce, a una esistenza in isolamento, alla povertà, alla fame e, alla fine, alla disgregazione sociale, e tutto non sarà come prima.
Ma, considerando quello che è avvenuto in passato pensiamo di poter essere ottimisti, nonostante i danni comunque accertati in occasione di tutte le manifestazioni epidemiologiche del passato, che la storia consegnerà alle future generazioni.
Michele Maggio
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