L’ANNO CHE VERRA’ previsioni, proposte e progetti per il futuro della scuola
di Marco Pellegrino
ospito volentieri l’articolo con cui Marco Pellegrino inizia la sua collaborazione sul mio blog
…L’anno vecchio è finito ormai
Ma qualcosa ancora qui non va.
L’anno che verrà, Lucio Dalla
Il primo settembre è stato un vero e proprio Capodanno, per la scuola e per tutta la società, vista la situazione di disagio che stiamo vivendo ormai dall’inizio del 2020.
Come si è partiti a settembre? Cosa ha comportato il rientro sui banchi e sulle “sedie” (dove sono arrivati)? Quali reali cambiamenti ci sono stati, sia da un punto di vista strutturale che sociale e didattico? Le indicazioni e le idee sono molte ma il vero campo di prova è stato l’effettivo ritorno a scuola da parte di tutta la popolazione interessata: alunni, docenti, collaboratori, educatori, famiglie, personale amministrativo, ecc.
“Ma qualcosa ancora qui non va”, cantava Lucio Dalla; in effetti le cose che non vanno e che non andavano, ancor prima della comparsa del famigerato virus sulla scena mondiale, sono molteplici; è proprio nei momenti di crisi che, a fianco alle nuove difficoltà, si palesano le storture passate e si acuiscono i problemi che attanagliano il sistema, scolastico in questo caso: strutture e infrastrutture inadeguate, classi numerosi, carenza di personale, scarse risorse informatiche e di conseguenza anche competenze digitali di docenti ed alunni da potenziare, scollamento tra “parti alte”, che emanano leggi, circolari, disposizioni e linee guida, ed “esercito” (la scelta del termine non è casuale) operativo, che si ritrova ad affrontare le prove quotidiane, spesso ardue, che la professione impone.
Questa annata è e continuerà ad essere ricca di novità , e non solo per le questioni legate al COVID-19: oltre alle auspicabili implementazioni nell’organico dell’autonomia, nell’equipaggiamento digitale, negli arredi e negli aspetti logistici e organizzativi, ci sarà bisogno di ri-modulare e ri-progettare la didattica, alla luce della realtà che si sta profilando e delle azioni già programmate da tempo e che ancora non hanno trovato un terreno di applicazione.
Da settembre è entrata in gioco, in via sperimentale, l’Educazione civica, disciplina o pseudo tale introdotta dalla legge 92 del 2019; in tutti gli ordini di scuola, a partire già dall’Infanzia, verranno avviati percorsi interdisciplinari orientati alla legalità e ai temi dello sviluppo sostenibile e della cittadinanza digitale; si potrà approfittare del momento storico per strutturare unità di apprendimento concernenti la salute del Pianeta, lo sfruttamento delle risorse naturali, la salute e il benessere del genere umano, l’informazione attraverso i canali digitali, finalizzate all’acquisizione di competenze trasversali e di comportamenti replicabili e attuabili nei vari contesti di vita.
Riguardo all’inclusione scolastica, dovrebbero entrare a sistema le novità introdotte dal decreto legislativo 96 dell’agosto 2019, che contiene le disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 66 del 2017, attuativo della legge 107 sulla “Buona Scuola” del 2015. L’emergenza sanitaria ha ulteriormente rallentato la macchina organizzativa che aveva programmato investimenti di denaro e di energie per formare il personale scolastico e sanitario sul tema dell’inclusione in un’ottica bio-psicosociale, come definito dall’ICF (Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute, sviluppata dall’OMS). L’obiettivo sarà quello di elaborare documenti (Profilo di funzionamento e successivo Piano Educativo Individualizzato) che pongano al centro del processo educativo l’alunno, in una visione olistica e sistemica dell’apprendimento.
Connesso ai primi due ambiti (Educazione civica e Inclusione) è quello della didattica digitale, associata negli ultimi mesi alla didattica integrata (DDI), che merita un discorso a parte e degli interventi specifici. La “distanza”, adottata obtorto collo durante la chiusura delle scuole, è solo un aspetto dell’apprendimento con l’uso delle tecnologie; sarebbe riduttivo e ingeneroso associarle solo all’emergenza, alla straordinarietà e agli eventi tragici.
Bisogna riprendere da dove si è concluso, capitalizzando i saperi e le competenze apprese in modo intensivo con attività di integrazione di modelli e strumenti informatici alle strutture didattiche più tradizionali e con spazi dedicati alla riflessione e all’analisi delle potenzialità e dei punti di debolezza dei nuovi sistemi.
The school must go on! (canzone di Ilenia Navarra, realizzata nel periodo di chiusura della Scuola- https://www.youtube.com/watch?v=1YG32Wekw60)
Questo slogan racchiude il grande sforzo che stanno profondendo alunni, docenti e famiglie, nonostante i blocchi a cui ci ha costretti e a cui ci potrebbe ancora obbligare l’ “essere invisibile”; il lavoro di chi educa è costante, non conosce vere pause, è un flusso continuo di idee per prevedere, proporre e progettare “vaccini” contro la più pericolosa immobilità, quella della mente.
Marco Pellegrino
Docente presso l’IC “Maria Montessori” di Roma e formatore nella didattica inclusiva e per competenze
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