LA DESTRA NON SA VINCERE E LA SINISTRA NON SA PERDERE (e Grillo potrebbe ancora dire la sua)
La campagna elettorale è scoppiata. Le truppe si stanno organizzando. Le alleanze si stringono a fatica perché i partiti hanno due problemi da risolvere: quello di mettere in campo una coalizione che possa vincere e quello di poter governare in caso di vittoria.
La sinistra sa bene di non avere il favore dei pronostici e che per vincere deve imbarcare tutto ed il contrario di tutto. L’obiettivo è arrivare a dama, i conti si faranno dopo.
La sinistra ha un debole per le ammucchiate, per i fronti popolari e per la demonizzazione dell’avversario. Dio lo vuole, gridavano i crociati a Gerusalemme, anche se Dio non ne sapeva nulla.
La destra non ha problemi di alleanze. Il suo problema è il dopo.
Chi guiderà il governo in caso di probabile vittoria? Quale sarà la squadra dei ministri? E soprattutto: li lasceranno governare o la sinistra farà scendere in campo i soliti girotondi, i popoli viola e arcobaleno, la magistratura politicizzata, la gran parte della carta stampata, delle radio e delle televisioni? L’opposizione di sinistra avrà a cuore le sorti della Nazione o seguirà la cara vecchia logica del tanto peggio, tanto meglio? L’Europa accetterà un governo con un Presidente diverso da Mario Draghi o attuerà politiche di contrasto e ritorsione verso l’Italia?
La destra non sa vincere perché non ha capito (o non vuole ammettere) di non essere ancora matura per governare. La sinistra non sa perdere perché risente ancora del retaggio comunista e non è sufficientemente democratica per accettare l’idea che siano altri a governare.
E poi ci sono Renzi e Calenda.
Se ne sono dette di tutti i colori, ma che importa, loro sono di bocca buona.
E così faranno un’alleanza elettorale per portare una pattuglia di eletti in Parlamento. Proseguiranno i loro litigi dai banchi dell’opposizione dove quasi certamente siederanno.
E arriviamo al Movimento 5 stelle.
Dico subito che non ho mai accettato l’idea che si potesse fare politica mandando tutti a quel paese. Nemmeno ho condiviso alcune iniziative governative dei pentastellati.
Ho condiviso però la loro scelta di correre da soli perché ci vorrebbe un grande stomaco per allearsi col PD e con chi, come Di Maio e soci, li hanno traditi.
Ho molto apprezzato la decisione di non derogare alla regola del divieto di doppio mandato, che ha contraddistinto, insieme ad altre, il DNA dei grillini. Quando ti dai una regola devi poi rispettarla se vuoi rendere credibile la tua proposta politica.
Purtroppo, proprio il divieto del doppio mandato parlamentare ha avuto per molti grillini lo stesso effetto di uno tsunami su una nave in mare aperto.
La nave a 5 stelle ha resistito col suo equipaggio, con i suoi ufficiali e con il comandante. Alcuni ufficiali ed anche qualche falso comandante (perché i veri comandanti non abbandonano mai la nave in difficoltà), con molto coraggio, fiutando la mala parata, se la sono coraggiosamente svignata saltando sulle scialuppe messe prontamente a loro disposizione dal nemico.
Fuor di metafora, ritengo che chi è restato sulla nave pur sapendo di non poter essere rieletto, avendo già consumato due mandati, dovrebbe essere premiato. Come?
Il racconto di re Salomone e le due madri può essere illuminante.
Due donne si presentarono un giorno davanti al re Salomone sostenendo di essere la madre dello stesso bambino. Non sapendo chi delle due donne stesse mentendo, il re attuò allora uno stratagemma. Decise che il bambino fosse tagliato a metà: una parte per ciascuna delle presunte madri. A quel punto una delle donne scongiurò il re di non uccidere il bambino e di assegnarlo all’altra. Ella preferiva perdere il figlio piuttosto che vederlo ucciso. Salomone allora non ebbe più dubbi, pose il bambino tra le braccia della vera madre e punì l’altra.
Bene. Ora che i falsi pentastellati sono scappati via buttando la maschera; ora che i topi hanno abbandonato la nave in tempesta; ora che sono rimaste solo persone serie e sincere, che pur sapendo di dover rinunciare allo scranno parlamentare vogliono continuare a portare avanti la missione politica del movimento in cui hanno sinceramente creduto e credono tutt’ora, Beppe Grillo non dovrebbe avere più dubbi e dovrebbe comportarsi come Re Salomone.
Egli dovrebbe quindi derogare al divieto del doppio mandato per dare a questi ragazzi la possibilità di continuare a combattere la loro battaglia in Parlamento contro filibustieri, arrivisti ed opportunisti di ieri, di oggi e di domani. Così facendo Grillo potrà contare su un esercito vero, fidato e compatto, su uomini grati e riconoscenti verso il loro capo.
Un capo saggio come Salomone.
Raffaele Avallone
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