E’ giunto il momento di osare. Dobbiamo cambiare i paradigmi sociali ed economici del pensiero dominante. Dobbiamo distruggere e poi ricostruire il rapporto etico tra lavoro autonomo e lavoro dipendente, tra pubblico e privato, tra capitale e lavoro. Dobbiamo mettere fine alle speculazioni finanziarie e alla finanza creativa. Dobbiamo smetterla di pensare di fare soldi con altri soldi anziché col lavoro. Il popolo chiede beni e servizi per soddisfare i propri bisogni, quelli veri, però, non quelli creati artificialmente dalle tecnostrutture delle multinazionali per renderci tutti dipendenti e schiavi di quei bisogni di cui in realtà potremmo fare a meno.
Ci illudiamo di essere liberi e padroni del mercato, ma non è così. Sono le tecnostrutture delle multinazionali a decidere cosa dobbiamo desiderare, sono loro a creare artificialmente i nostri bisogni con la pubblicità e con altri mezzi di induzione sociale di massa, facendoci credere che è per il nostro benessere fisico, mentale, sociale, economico, spirituale. E così, in questa spirale diabolica che ci avvolge e che ci spinge ad anelare il superfluo, anche noi ci convinciamo della necessità di doverci procurare le risorse economiche necessarie per appagare quei bisogni, vivendo un’esistenza che non abbiamo scelto noi di vivere.