E così alla fine l’Italia riceverà dal Recovery Fund 209 miliardi di euro, di cui 127 da restituire e 82 a fondo perduto. Nessuno avrà più di noi perché nessuno sta peggio di noi. Questi soldi ci vengono dati principalmente per investimenti nell’economia verde (almeno il 37%) e nella digitalizzazione (almeno il 20%). L’Europa ci chiede poi delle riforme, ad iniziare da quella del mercato del lavoro alla riduzione della tassazione, dalla lotta alla corruzione alla riduzione dei tempi della giustizia.
Riforme che in Italia significano scalare l’Everest con il monopattino, come sa bene l’Europa che è infatti pronta a revocarci tutto se non facciamo bene i compiti a casa.
In realtà, temo che quella che sembra oggi una grande risorsa possa facilmente trasformarsi domani in un grande disastro. Vediamo perché.
Non illudiamoci. L’Europa ha deciso di metterci sotto tutela, in una specie di amministrazione controllata, come si fa per le aziende che sono sull’orlo del fallimento ed alle quali si concede un’ultima occasione per riprendersi.
Siamo praticamente dei sorvegliati speciali, per cui c’è poco da stare allegri e cantare vittoria.
E veniamo ora al punto. Questo governo sarà davvero in grado di incentivare la crescita, di evitare il fallimento del Paese, come chiede l’Europa, oppure resterà schiavo della ricerca del consenso elettorale, con interventi non strutturali ma a breve termine, di tipo assistenziale e clientelare, bruciando così l’occasione concessa?
Se il buongiorno si vede dal mattino ho motivo di temere che spenderemo male questi soldi e alla fine staremo peggio di prima, perché ci troveremo un debito ancora più pesante sulle spalle (di 127 miliardi) che saranno i nostri figli a dover pagare. Non a caso quello che noi chiamiamo Recovery Fund in Europa viene chiamato Next Generation, perchè sono soldi che ci vengono dati per il futuro dei nostri figli, che dovranno poi restituirli.
Ed allora non mi meraviglierei se domani ci dovesse essere una specie di nuova Norimberga a carico dei politici italiani ritenuti responsabili di avere sperperato gli eccezionali ed irripetibili aiuti europei, mettendo in ginocchio la nazione e provocando danni irreversibili alle future generazioni.
Mi preoccupa il fatto che a fronte di 209 miliardi di euro piovuti dall’Europa, i ministeri hanno già prodotto progetti di spesa che sfiorano i 700 miliardi e che, cosa più grave, brillano per l’assenza proprio di progetti destinati alla crescita, alle infrastrutture (che fine ha fatto il ponte sullo stretto di Messina?), al sostegno alle imprese ed al lavoro autonomo. E ciò a dimostrazione di palese inadeguatezza politica e scarsa visione programmatica e di un preoccupante dilettantismo aggravato da imbarazzante arroganza.
Si parla, ad esempio, di 10 miliardi per la riduzione delle tasse sul lavoro dipendente e di altri 10 per la lotta all’uso del contante. Di riforma della pubblica Amministrazione e della Giustizia neanche a parlarne: chi tocca i fili muore. E per gli autonomi e le imprese? E’ mai possibile che non ci si renda conto dell’importanza che esse hanno per l’economia nazionale? Bisogna irrigare il terreno dove il seme può germogliare e dare i suoi frutti, ma trova purtroppo grandi difficoltà a farsi strada tra la sterpaglia fatta di una burocrazia asfissiante, di una tassazione insopportabile e di pregiudizi sociali d’antan, e non sprecare l’acqua su terreni dove crescono solo rendite parassitarie, carrozzoni politici e privilegi non più sostenibili. La ricreazione è finita, qui o si fa l’Italia o si muore.
Diversamente si abbia allora il coraggio una volta per tutte di abolire la libera iniziativa e di dare a tutti il posto fisso, tanto caro a Checco Zalone. Così finirebbe anche la storia dell’evasione fiscale, perché una volta diventati anche loro dipendenti, tutti gli autonomi acquisirebbero la patente di onesti contribuenti. Non solo, ma avrebbero anche loro ferie, festività, tredicesima, permessi retribuiti, potrebbero starsene a casa se hanno il mal di testa, avrebbero la liquidazione a fine lavoro e soprattutto dormirebbero sonni tranquilli perché a fine mese gli arriverebbe puntuale il bonifico.
Anche questa sarebbe una soluzione, per me scellerata perché non ha funzionato in nessun paese al mondo (anche se i nostri governanti di sinistra non lo riconosceranno mai), ma che moltissimi autonomi, professionisti e partite IVA saluterebbero facendo salti di gioia come se avessero vinto al superenalotto. Provare per credere!
Insomma, bisogna avere le idee chiare, altrimenti tutti gli aiuti europei andranno sprecati e resteranno soli debiti sulle spalle dei nostri figli. E sarà una catastrofe senza precedenti.
Il problema è che siamo in mano a degli incompetenti, a dei politici di mezza porzione, a dei sedicenti rivoluzionari allevati con cappuccini e brioches nella mano destra e bignami (ed a volte nemmeno quelli) nella mano sinistra.
Ed allora che dire…. che il Cielo ci aiuti.
Raffaele Avallone
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