POLITICA
Dobbiamo prenderne atto: siamo figli di due rivoluzioni fallite: quella fascista e quella comunista. Il proletariato non ha vinto, la borghesia non ha vinto: ha vinto la speculazione finanziaria. Ma noi non ce ne siamo accorti e ci sentiamo sempre come soldati al fronte a combattere un nemico che non c’è più perché è diventato altro, a sparare contro dei fantasmi creati da una narrazione stantia, col rischio di colpire noi stessi, perché spesso il nemico siamo proprio noi: operai, impiegati, imprenditori, professionisti, nella nostra nuova dimensione e conflittualità sociale.
Il momento è drammatico, come lo sono le scelte che esso impone: inedite, dure, rivoluzionarie. Basta continuare a parlare di comunismo, di fascismo, di padroni, di operai e di liberazione. Se davvero di liberazione vogliamo parlare, che sia liberazione dai pregiudizi e dai rancori, dai vecchi schemi ideologici, sia di destra che di sinistra, che ci hanno ingabbiati e ci impediscono di volare. Ricordare è importante, ma è ancora più importante saper dimenticare e andare avanti con coraggio e intelligenza.
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In un precedente mio scritto ho insistito nel sottolineare che il problema che hanno le aziende non è di natura finanziaria ma economica. Le perdite subite per chiusura forzata non sarebbero mai state recuperate e il giorno in cui avrebbero potuto aprire i battenti esse avrebbero continuato a produrre perdite, difficilmente utili come prima, perché Read the full article...